(Subsound Records) Un duo. Due contadini palesemente tossici o sconvolti dal sole che picchia in testa in mezzo a quella distesa di terra senza fine. Gente che solitamente vaga stordita tra i campi, ma quando trova una fonte di energia elettrica ci infila le due dita ed elettrizza l’etere con roba che folgora la mente, devia il pensiero, inverte i colori, mette sotto sopra l’esistenza. “Macello” in italiano ha tanti significati: da quello ovvio a quello figurato, nel quale si può riassumere tutte le più assurde condizioni, tutte quelle contrastanti, paradossali e distorte della vita umana. Ma lasciamo perdere le cazzate filosofiche: qui c’è carne, tanta carne. In senso metaforico e culinario. Chitarra e pastorizia. Noise ed allevamento. Dopotutto parliamo di una band che si auto descrive citando la ‘disinvoltura di un bovino mentre defeca’, discorrendo di sterco, di terra, di ‘odori e profumi si confondono in un’unica massa sonora: Zolle’. La volete vedere in modo astratto? Perfetto: la terra È astratta. La volete vedere in modo diretto, semplice, essenziale ed anche un po’ ignorante? Ottimo! Perché “Macello” scatena il caos, l’anarchia sonora… un autentico macello… esaltato da brani con titoli a dir poco geniali! “S’offre” ti scuote e ti sbatte contro il muro. “D’io”… ti illumina, redimendoti con melodie brillanti e sferzate di rock psichedelico. “M’io” è auto-proclamazione, indipendenza della terra, ribellione… e quel riff ossessivo è l’inno di un movimento che va contro tutti i movimenti. “M’accetta” è… tagliente e pure bastarda per quelle divagazioni psycho progressive, “L’ara” è la soundtrack poco romantica -e molto heavy- di un aratro sonoro che ti passa sopra. “L’ama” è un incrocio tra folk rurale, heavy jazz, sound psichedelico e heavy metal inneggiante a divinità nordiche. “L’affetto” è breve, intensa e venera lo spirito di Lemmy ed i Motörhead. Curiosa e provocante “D’annata”, mentre la conclusiva “L’aura” incrocia incestuosamente prog rock, hard rock e sludge di prim’ordine. Album incalzante, melodie ed aratri, riff e zappatrici rotative, zolle prese a schiaffi dal ripuntatore, headbanging e badili… headbanging a badilate. Il loro simbolo è un maiale. La copertina è l’esaltazione apocalittica del macello. Ed il vinile è di un verde splatter che sembra essere passato attraverso una mietitrebbia. Sludge rurale dalle influenze proto-cosmiche alterate, in un orgasmo distorto: astri e stalle, comete e fango, merda putrefatta e vita rinascente!
(Luca Zakk) Voto: 10/10