(Prophecy) Alcuni anni fa (credo nel 2009 o nel 2010) acquistai per puro caso “Ősforrás”, il terzo album del duo folk ungherese The Moon and the Nightspirit, e rimasi affascinato dalla loro miscela sonora, che univa suggestioni dell’est europeo a una matrice folk che aveva una sorta di ‘retrogusto’ mediterraneo. Non ho più seguito le fortune dei magiari, ma ho accolto volentieri la proposta di recensire il nuovo “Metanoia”, che intanto è il sesto full-“length”, con il suo bel titolo in greco che significa ‘Mutamento’, ‘Conversione’. I ritmi orientaleggianti, fiabeschi, ma anche inquietanti di “A Hajnal Koeszoentese”; quelli di “Mysterion Mega”, che hanno qualcosa di magico e ipnotico (e non a caso, il titolo significa in greco ‘Il grande Mistero’); quelli sciamanici della breve ma avvolgente “Kilenc Hid”; e ancora: le meravigliose armonie vocali di “A Feny Diadala”, o i sentieri oscuri ma sereni di “En Panta einai Minden Egy” mi hanno restituito la magia che ascoltai a suo tempo in “Ősforrás”. Si tratta sicuramente di un disco ostico, molto lento nel suo incedere, assai diverso da ciò che gli appassionati di pagan e folk sono soliti ascoltare, e soprattutto che non ha nulla di metal; tuttavia, “Metanoia” riesce a disegnare delle trame ineffabili ed eteree che, se ascoltate nel modo giusto, suonano incredibilmente efficaci. Lo consiglio a chi ha voglia di qualcosa di diverso! E non sparo altissimo con il voto solo perché non noto cambiamenti o evoluzioni rispetto a sette anni fa.
(René Urkus) Voto: 7,5/10