(Season of Mist) Terzo imponente lavoro per i francesi The Great Old Ones, sempre impegnati con il loro personale black metal orientato sui temi che emergono dalle fantasie di H. P. Lovecraft. Infatti anche questo disco richiama il famoso scrittore, ispirandosi in particolare al libro “L’ombra su Innsmouth”, e in tutte le sette tracce l’oscurità espressa è tanta, intensa, quasi impenetrabile. Con un black molto dinamico, remotamente melodico (ed una impostazione compatibile con il sinfonico), palesemente fumoso, a tratti post, ma decisamente si stile francese, il nuovo lavoro della band di Bordeaux è convincente, coinvolgente e massacrante. Non c’è qualcosa che si evidenzia, nulla di particolarmente di spicco, anzi, c’è una costante tetra omogeneità, ma è anche vero che questi tre quarti d’ora sono invitanti, non perdonano e offrono all’ascoltatore un livello compositivo molto alto ed una capacità esecutiva superiore. Subito violenta e crudele “The Shadow Over Innsmouth”, con evoluzioni molto tecniche ed in chiave post. Intensa “When The Stars Align”, particolarmente buia ed evocativa “The Ritual”. La conclusiva traccia di quasi 11 minuti, “Mare Infinitum”, è una percorso privo di luce, contorto, emozionale, quasi spirituale, dove le sonorità acide si mescolano con quelle tragiche e decadenti tipiche della band. Un album da consumare per intero, tutto d’un fiato: nessuna risalto a nessuno brano in particolare, qui non ci sono filler e non ci sono hit. Un disco da ascoltare per intero, ogni secondo, introduzione ed intermezzo compresi. Dopotutto è un libro messo in musica. E un libro si legge per intero… dall’inizio alla fine.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10