(Prosthetic Records) Quarto album per Exmortus, formazione californiana nata nel 2005, in grado di mescolare svariate influenze. La base di partenza è un thrash metal piuttosto efferato, che spesso sconfina in territori death, unito a virtuosismi neoclassici, con le chitarre di Jadran “Conan” Gonzales e David Rivera che si rincorrono tra assoli funambolici, melodie che a volte strizzano l’occhio al melodeath svedese, riffs affilatissimi ed una spiccata componente epica. Se dovessimo accomunarli ad alcuni artisti famosi, gli Exmortus potrebbero avere attinenze con i Cacophony per la capacità di unire l’immediatezza dello speed thrash e virtuosismi di chitarra, con i Children Of Bodom per quanto riguarda la componente melodica e con Malmsteen per le frequenti partiture neoclassiche, che culminano nella rivisitazione del brano “Appassionata” di Beethoven, nella quale la band mette in luce tutto il tasso tecnico dei musicisti (mostruoso il lavoro di Mike Cosio al basso). A volte la frenesia del virtuosismo fine a se stesso prende piede, come nell’opener “Speed Of The Strike”, con le chitarre che si perdono in rincorse e duelli in fase solista, senza per quello inficiare l’impatto del brano, dotato di alcuni riffs e cambi di tempo che lo rendono decisamente accattivante e diretto. Ottimo il growling di Conan Gonzales, potente e tagliente, anche se secondo me, un cantato pulito avrebbe conferito maggior varietà al sound della band. Un album che segna un’ulteriore evoluzione per gli Exmortus, che dimostrano una maggiore confidenza nei propri mezzi, permettendosi così il lusso di esasperare ulteriormente tutte le caratteristiche che da sempre caratterizzano il loro stile.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10