(Massacre) Per questa nuova fatica, Aad Kloosterwaald, ormai unico superstite delle glorie passate, perde Alex Paul e visto che su “Legacy of Ashes” ha suonato basso e chitarra, ora ne guadagna addirittura tre di nuovi elementi: Mathijs Brussaard al basso, Dennis Hartog, chitarrista ed ex Putrefied e Bastiaan Brussaard, altra chitarra. Anzi, sono quattro, visto che alla batteria arriva un altro Putrefied e cioè Toep Duin. Decimo album per gli olandesi, naufraghi di una storia personale che li vide sciogliersi nel 2003 e poi riformarsi un paio di anni seguenti. L’ultimo “Leagcy of Ashes”, del 2010, non ha convinto. Death metal di marca olandese, si sentiva quella scuola, ma non propriamente un death alla Sinister (ma da quanto tempo esisterebbe ancora quel sound?) perché ruggiva ma non mordeva e perché c’era quella vena di modernità e di pseudo-tecnica e di elaborazioni che non caratterizzavano abbastanza l’album. Da me guadagnarono un 6. “The Carnage Ending” è stata un’attesa, almeno per me e per la stima verso album come “Hate”, “Cross the Syx”, ovviamente “Diabolical Summoning” e il mini “Bastard Saints”. L’impressione ricavata già dopo un paio di canzoni è che i Sinister abbiano retrocesso di qualche passo la loro dimensione stilistica, cioè che il sound suoni un tantino old-style, anni ’90. Esaminando strettamente la musica, il riffing e il drumming, non si può non notare una tendenza al blast beat serrato e al continuo macinare delle sei corde, le quali ammassano schitarrate e ritmiche taglienti e bastarde. Ho avuto l’impressione di udire i primi Sinister, ma portati ad una pesantezza ben superiore. Bisogna però essere onesti, gli attori sono cambiati. Non abbiamo la stessa line-up di quei tempi e forse nemmeno gente di quell’esperienza. Questo non sminuisce la musica e citare quegli anni diventa solo un metro di paragone. Il Sinister-sound è potente, le chitarre sono abbigliate da una distorsione come un macigno e quando i ritmi rallentano, si ottengono dei comparti melodici davvero interessanti o piacevoli. Vedi il low tempo di “Oath of Rebirth”, la struggente coda finale di “The Carnage Ending” e i sussulti altalenanti di “Defamatory Content”. Interessanti “Transylvania”, assemblata su riff voraci e dalle diverse velocità di Duin e l’elaborazione delle strutture in “Blood Ecstasy” che sembrano riprendere un piglio thrash metal. Attenzione alla versione doppio CD: compaiono cover dei Whiplash, Massacre, Possessed, Celtic Frost e Bloodfeast. Ritengo “The Carnage Ending” un lavoro in grado di dimostrare come i Sinister siano una sana band death metal. Questo album darebbe all’ascoltatore solo quello, death metal. Niente fronzoli, tastiere, surrogati. Solo death metal e suonato con lo spirito giusto
(Alberto Vitale) Voto: 7/10