(Nuclear Blast) La sfida dei Ghost Bath alla rivoluzione del black metal, sfigurandolo con concetti post, alternative e rock è aperta e da lungo tempo. Gli statunitensi o cinesi che possano essere, in realtà sono americani, ma a loro è piaciuto attirare l’attenzione su di se giocando sull’ambiguità e l’identità ignota, sono autori di musica che possiede una forte carica melodica che mira all’espansione dello spirito. C’è un atteggiamento quasi zen e di stampo riflessivo dietro i blast beat e le distorsioni graffianti del loro sound. Le trame del guitarworking non sono mai davvero dure, pur essendo irruenti sembrano estendersi verso universi melodici ampi e d’atmosfera. C’è varietà sonora, c’è un gioco di suoni mai davvero puliti ma sempre genuini, eppure tutto ciò ha qualcosa di sviluppabile, di ulteriormente migliorabile. I pezzi dei Ghost Bath sono ‘verbosi’, nel senso che la sintesi non è un dono della band. Si ha l’impressione che arrivino lanciati verso qualcosa nei loro pezzi, come un crescendo o un’evoluzione che si espande nel tempo e mira a quel karma sonoro forse irraggiungibile, che la band statunitense sembra intravedere e tenta di mostrare agli altri. Il black metal che sa di post black metal dei Ghost Bath è riproposto dunque con gli stessi caratteri di sempre, cioè accostando valori, suoni, idee e stili che cozzano tra loro, ma ai quali i Ghost Bath tentano di infondere una coesistenza spirituale. Forse non vi riescono del tutto.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10