(Trollzorn) Se “Heimweh” era stato decisamente un passo falso, con il ritorno a una etichetta più piccola i tedeschi Black Messiah sembrano aver ripreso un po’ dello smalto di un tempo: e producono un’opera più sentita, naturalmente legata alla mitologia nordica e specificamente ai primi carmi dell’Edda poetica, sicché “Walls of Vanaheim” finisce per essere il seguito dell’apprezzabile “First War of the World”, del 2009. Solo un problema ha il nuovo platter: troppi gli intermezzi parlati, che narrano nel dettaglio la storia appesantendola fino a un minutaggio totale di 72 minuti! “Mimir’s Head” è incredibilmente leggera per gli standard della band, tanto che siamo quasi dalle parti degli Ensiferum: pagan epico con un basso tasso di black metal, molto godibile per chi scrive, forse meno gradito per i fan storici. Il violino è protagonista di “Mime’s Tod”, poi i nostri tornano alle origini con il viking classico di “Die Buerde des Njoerd”. Il violino della titletrack si lancia addirittura in trame neoclassiche, mentre “Kvasir” si anima di un’epica oscura e a tratti brutale. Il fierissimo strumentale conclusivo “Epilogue: Farewell” chiude un riuscito disco di genere. I migliori auguri a questi pagan metallers indomabili e quadrati.
(René Urkus) Voto: 7/10