(Heart of Steel Records) Vi risparmio le parole che usano i Maieutica per presentarsi, dico solo che la filosofia non mi ha mai particolarmente attratto, ma il “Logos”, la parola e il suo significato e i suoi effetti si. Tuttavia per evitare di passare da uno che snobba la filosofia e flirta con la linguistica, è meglio arrivare al dunque in questo lavoro dei Maieutica. Per me sono una band di rock, molto energico, quasi heavy e con solide evoluzioni progressive. Musicisti preparati e basterebbero già i buoni solo delle sei corde di Matteo Brigo ad accattivarsi l’ascoltatore. Beh, non è che il ritmico Roberto Guarino non sia un buon ricamatore e non conviene sminuire i tappeti di Serasin e Zilio, basso e batteria, che appunto provvedono a sorreggere questo tessuto del riffing. A cantare è Thomas Sturaro, uno che sembra riuscire a modulare la voce per più soluzioni. Quando scrivo che riescono a proporre solide evoluzioni progressive, intendo che i Maieutica oltre a variare tempi e fraseggi innestano anche più stili, arrivando a suonare un rock diretto e libero, come “Il Suono del Pensiero” che fa tanto Jimmy Page, uno di tipo orchestrale, come la pomposa “Teoria delle Stringhe” o qualcosa dal vecchio prog italiano, come in “Tre”. Ci vuole tempo per capirli questi qui e non solo per i testi che sono approfondite riflessioni sull’umanità, ma anche per la ricchezza dei brani che, a dirla francamente, sembrano molto al di sopra di qualsiasi altra roba di rock italiano sentita negli ultimi periodi. Chiedo venia: i Maieutica si definiscono “rock pensante”. Come se la tirano questi tizi, forse sanno che sono troppo bravi per essere definiti solo rock! La migliore analisi su di loro l’ha fatta l’amico Marcello Zinno in una nostra chiacchierata: “ci sono delle idee compositive e creative che vanno al di là di cosa potrebbe fare una semplice band. L’etichetta “rock pensante” è azzeccatissima…perché i brani non si reggono su un giro di chitarra o di basso su cui poi si costruisce il resto, bensì sono dei veri e propri mini-concept che prendono le forme più disparate perché è proprio l’effetto della creatività che viene liberata“.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10