(Candlelight) Il ritorno dei Daylight Dies è un ritorno del doom e del death metal che vanno a braccetto, conversando amabilmente tra loro e lasciando una scia di nove pezzi in questo cammino chiamato “A Frail Becoming”. Gli statunitensi montano nella musica una produzione ottima, perché oltre a rendere udibili tutti i suoni li presentano nella loro essenza, evitando troppe levigature e offrendo quel giusto impatto metal. Doom e death metal insieme, con dinamismo, con arrangiamenti mai macchinosi e le melodie che vengono portate sempre nel giusto risalto. Il risultato è quello di saper rendere i pezzi abbastanza dissimili tra loro, proprio grazie a quelle trame che ora sono terribili e tempestose e poco dopo propongono anche un feeling e una certa poesia. Non sono maestri di eleganza i Daylight Dies,anche se ne mettono, ma sono pochi i tocchi unici e personali, anzi il loro lato doom si rifà un pochino ai Paradise Lost, senza dimenticarsi di Anathema (“Ghosting”) e con Katatonia e qualche passaggio alla Opeth (in “Sunset” e non solo li) per le divagazioni più psichedeliche, ma questo “A Frail Becoming” scorre comunque senza intoppi, tra riff più duri e plettrate ariose e andanti. Un momento importante in questo album è “A Final Vestige” dove passaggi più cupi, rock psichedelici, thrash metal, si alternano tra di loro e le chitarre innalzano dei solo davvero magnifici. Da quel momento in poi l’espressione più melodica dei Daylight Dies, cioè dalla seconda parte di “A Frail Becoming”, si espande e prende il sopravvento. L’album ha i suoi rimandi, ma l’abilità della band è quella di far coesistere queste essenze e di svilupparle in un songwriting proprio e ben riuscito.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10