(Satanath Records/More Hate Productions) I colombiani son qui al debutto con un disco che strizza l’occhio al brutal con tinte death gore per la gioia degli addetti ai lavori, visto che comunque parliamo di un sottogenere di un sottogenere. Partiamo quindi con il presupposto bene chiaro in mente che già l’uscita in sé è anacronistica e forse proprio per questo risulta interessante. Si perché ormai questo è un genere morto e praticamente mai risorto se non fosse per i timidi vagiti avanzati da gruppi come i Mouldered appunto. Da un punto di vista tecnico siamo su livelli piuttosto alti (non è mai stato un genere facile da suonare) e la voce è potente al punto giusto da suscitare l’interesse dell’ascoltatore se non altro per la ‘stonatura’ di sentire un disco proponente un genere anni ‘90 ma con i suoni delle moderne registrazioni digitali. Questa discrasia è a mio avviso piacevole, come se un album di vent’anni fa fosse stato riregistrato ai giorni nostri senza snaturarne l’anima . Sembra un paradosso, tant’è che la cosa più interessante di questo album di roba vecchia è la sua modernità nel suono. Un suono pulito e avvolgente che se fosse stato usato per la stessa iniziativa da un gruppo più importante ora si starebbe qui a discutere sulla resurrezione del genere stesso. Misteri della discografia. Insomma, l’album funziona, se ancora non si fosse capito; va dato credito a questi sudamericani che hanno dimostrato di credere fino in fondo alle proprie convinzioni. Assidui.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10