(M-Theory Audio) Da Los Angeles, California, i White Wizzard sfornano un quarto disco che ha i numeri per far parlare di sé. Non si tratta certo di un album lineare, anzi direi che la definizione di ‘classic heavy metal’ sta stretta a questi californiani: pur sotto l’egida di un sound molto americano, i nostri incorporano anche elementi di hard rock, di thrash, di NWOBHM e oserei dire di prog, generando ben quattro brani (su nove) che hanno una durata superiore agli otto minuti. Purtuttavia, raramente ci sono in “Infernal Overdrive” passaggi pesanti o superflui. Si comincia proprio con la titletrack, metallo spigoloso e lanciatissimo; anche “Storm the Shores” è una sorta di NW americanizzata e irrobustita da una sezione ritmica molto in forma. “Chasing Dragons” passa per sezioni strumentali lunghe e talora leggermente confuse: sono tanti i passaggi di stile in questi 8’16’’ che si esce un po’ frastornati dall’ascolto. Quasi dieci minuti per la torrenziale “Voyage of the Wolf Raiders”: protagonista è il guitarist James J. LaRue, che spara solo su solo come se non ci fosse un domani. “Critical Mass” è il brano che maggiormente si spinge su territori thrash (al netto di un break 100% Black Sabbath!), sempre con l’intento di ubriacare l’ascoltatore; “Metamorphosis” si concede riff e suoni orientaleggianti. Molto interessante la conclusiva “The Illusion’s Tears”, che tiene desta l’attenzione dell’ascoltatore senza accelerare pressoché mai lungo undici minuti, e passando da sonorità rock/metal di cassetta ad altre pressoché blues. Al netto dei difetti segnalati, che del resto possiamo circoscrivere a un brano o due, i White Wizzard piombano sull’ascoltatore come un’aquila delle Rocky Mountains!
(René Urkus) Voto: 7,5/10