(Nordvis Produktion) Strano album. Black metal grezzo, sporco, remotamente raw… ma anche etnico, epico, suggestivo, tradizionale, pagano e rituale. Certo, non è una novità in casa Panphage, la one man band svedese, come dimostrato con i precedenti “Drengskapr” (qui) e –ancora prima- “Storm” (qui), ma in “Jord” (termine svedese che significa terra, suolo…) c’è qualcosa di speciale, qualcosa di più spinto, pur rimanendo in palesi ambiti black metal, un black grezzo, tetro e diretto. Forse è la fine che offre un gusto diverso, la fine della band visto che Fjällbrandt, ha deciso di completare il cerchio (un totale di 3 full length) e di mettere il progetto in sospensione permanente. Con un suono definito, anche se intenzionalmente sporco nelle parti estreme, e con quelle parti clean, arpeggiate, o più genericamente tribali tradizionali o medioevali, questo “Jord” non è nulla di nuovo o particolarmente distintivo, ma è un concentrato sonoro molto coinvolgente, attraente ed incisivo. Come già successo in passato, ci sono tracce di Windir in ottimi brani come “Skadinawjo”. Scenari complessi ed evocativi con la superba “Den tyste åsen”. Crudele ma genialmente trionfale ed epica “Odalmarkerna”. Un po’ per la produzione eccellente, un po’ per la potenza dei brani, un po’ per la fede immensa nelle radici, nelle origini e pertanto nei concetti base del black… questo nuovo album, questo ultimo album, questo epilogo, esalta tutto, esalta l’essenza, esalta la spiritualità, le radici, le origini e la tradizione più pura. Francamente? Nonostante sia un sound comunque si può trovare nell’ambito di altri progetti, è un vero peccato che questo disco rappresenti la perorazione, l’ultimo atto prima di un oblio disperso nelle inospitali foreste scandinave.
(Luca Zakk) Voto: 8/10