(Transcending Obscurity Records) Per il sottoscritto ci sono dei gruppi imprescindibili, come i Deathspell Omega. Li nomino perché i brasiliani Jupiterian me li hanno ricordati fin dalla prima note. In realtà loro non fanno death metal bensì doom, ma un avariante molto morbosa e psicotica veramente poco comune ai tempi lenti della musica funerea. In particolare la marzialità e il carattere cerebrale delle tracce prende subito l’ascoltatore alla gola… Come c’era da aspettarselo date le premesse, i brani proposti sono lunghi e scavano nella mente come un fiume che scava l’alveo inesorabilmente e senza tregua. La voce è davvero molto profonda e piuttosto coinvolgente mentre nei sette minuti medi di ogni traccia i musicisti portano l’ascoltatore in lidi stranianti che di positivo non hanno e non trasmettono assolutamente nulla. La produzione è a livelli davvero alti ed enfatizza perfettamente le basi che circondano ogni traccia, tanto che l’album è davvero da scoprire un po’ alla volta, ad ogni ascolto si percepiscono sfumature diverse e sempre più coinvolgenti. C’é da dire che il genere deve piacere e bisogna pure avere un certo grado di depressione in corpo per assaporare al meglio l’opera, ma di sicuro un disco del genere ha il pregio che nella buona o nella cattiva sorte non lascerà indifferente nessun ascoltatore. Antidiluviani.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10