(Grimm Distribution/Satanath Records/NGC Productions) Gli ungheresi Nadir mi hanno dato del filo da torcere perché fino alla fine non ho saputo discriminare se il combo fosse o meno un canonico gruppo death di stampo svedese. C’è stato infatti un qualcosa di insolito che si è insinuato in ogni traccia andando a contaminare un suono altrimenti abbastanza banalotto. Diciamo che la contaminazione più grossa è stato un tipico aplomb doom, un incedere lento e marziale, cadenzato eppure molto funesto e feroce. Sarà per questo che tale componente si è per così dire mimetizzata nel sottofondo sonoro andando però di fatto a costituirne la colonna portante. Ecco quindi il risultato, un disco potente e infame capace di emozionare come sa emozionare un disco degli immortali Asphyx, senza scadere nel già sentito e soprattutto donando all’intera opera una chiave di lettura lineare e omogenea, andando di fatto a delineare una personalità non indifferente del gruppo. Un gruppo che in alcuni passaggi ha osato mosse ardite, come mettere un breve ritornello in stile psichedelico settantiano… Insomma, tanta roba ma nascosta, che da me personalmente ha preteso ben più di un ascolto per lasciarsi scoprire. E’ uno degli aspetti più belli dell’ascoltare musica: dopo un po’ sai che è come osservare un fiume, sempre lo stesso eppure mai uguale a sé stesso.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10