(Avantgarde Music) La perfetta colonna sonora del suicidio. Negazione di speranza e luce. A dieci anni di distanza dal precedente album, “Galgenfrist”, il misterioso artista danese che si cela dietro questo progetto rivela la nuova micidiale dimensione sonora. Che poi di nuovo non c’è assolutamente, e volutamente, nulla. Quaranta minuti, nove brani, di -ancora una volta- lento, marziale, decadente, deprimente black metal imbastardito con funeral doom e con musica atmosferica assurdamente tetra. Canzoni lente. Lentissime. Pianoforte che emerge. Vocals remote e strazianti. Arrangiamenti e progressioni sonore letali. Una oppressione sonora magica, stupenda, coinvolgente e spirituale. “Støv for vinden” è tremendamente lenta: innumerevoli battiti del cuore si succedono tra un colpo di batteria e l’altro, mentre un vento alieno soffia ed una melodia funerea rende tutto così piacevolmente infernale. Graffiante “Lovsang til mørket”. Estremamente ambient “Kisteglad”. Coinvolgente “Fra hæld til intet”. Dissonante “Gravrøst“, una variante lenta, tetra ed asfissiante di un qualcosa definibile noise. Immensa “Støv for vinden”, ancor più impermeabile la conclusiva title track. Musica che scandisce con demoniaca crudeltà i giorni trascorsi dal 2007 fino alla nuova release. Giorni bui. Giorni senza speranza. Giorni che continuano ad avanzare, impetuosi, dannati, sempre più oscuri, verso una fine silenziosa ed irreversibile.
(Luca Zakk) Voto: 8/10