(Napalm/Audioglobe) Ammetto che fino a ieri non mi ero avvicinato ai Finsterforst: troppo black nel loro pagan metal per i miei gusti! Tuttavia alla notizia dell’uscita del loro terzo disco ho voluto dare una chance ai tedeschi, e ne sono rimasto così positivamente sorpreso che credo mi procurerò anche i loro vecchi lavori… “Nichts als Asche” spiazza subito con i suoi 13 minuti di durata: si passa da toni quasi progressive ad altri folk, dal viking bathoriano a percussioni tribali fino a spunti melodic death con chitarre piene e possenti. Un’esperienza sonora che si inquadra soltanto dopo diversi ascolti, ma che non lascia sicuramente indifferenti. Anche “Fremd” si attesta attorno ai 13 minuti ma stavolta, complice la significativa presenza dell’accordion, il tono è classicamente pagan, con momenti più luminosi ed altri più mesti o rabbiosi. “Stirb zuletzt” è stentorea, epica, il pezzo veramente bathoriano della scaletta, mentre “Ein Lichtschein” ha toni fumosi, con diverse parti acustiche. E se ancora non vi è bastato, ci sono i 23 minuti (!) della conclusiva “Flammenrausch”, dove i larghi passaggi strumentali proiettano davvero l’ascoltatore nella Foresta Nera che i nostri omaggiano fin dal monicker. Il pagan/folk è un genere statico, questo lo sappiamo tutti: l’infinita moltiplicazione del minutaggio, nelle canzoni dei Finsterforst, aggira l’ostacolo e crea un effetto mitico-mistico che credo si possa paragonare a ben poco altro sulla scena attuale. Lontani dalle degenerazioni ‘tavernistiche’ di tanti altri gruppi, epici, maestosi e mastodontici come i pionieri del genere, i Finsterforst meritano davvero attenzione per proporre qualcosa, se non di assolutamente nuovo, quantomeno di poco frequentato.
(Renato de Filippis) Voto: 8/10