(Season of Mist) Sono trascorsi cinque anni dall’album “…From the Bloodline of Cain”, il secondo in carriera dei Nocturnal Graves. Nel mentre un 7” con due pezzi, ma la firma con la Season Of Mist, dopo due album con Nuclear War Now e Hells Headbangers, due etichette di spessore nell’underground del metal, segnano un ritorno di grandi aspettative per la formazione australiana. Il connubio tra blackened e thrash metal è ben espresso in questa terza prova, attraverso atmosfere oscure e torbide, ma non prive di impatto e potenza. Questo album è sostanzialmente accattivante, perché i ritmi sono brillanti, il lavoro alle pelli è di J.R., anche cantante, chitarrista ritmico, insomma un profilo da autore e arrangiatore probabilmente. Decaylust e Shrapnel sono le due chitarre, espressione di una buona linea dei riffing, sempre volta a pronunciare delle melodie e non prive di qualche buon tocco negli assolo. I tre musicisti summenzionati sono coloro che hanno inciso l’album. La band ora accoglie anche un bassista, tale R. Prain. C’è una buona coesione d’intenti in “Titan”: i ritmi sono spediti, partecipano alla dinamica dei pezzi, le chitarre sono un’evoluzione continua e puntano comunque alla solidità. Il connubio tra blackened e thrash presenta dei pezzi in movimenti, affatto statici o prevedibili. “Ecdysis, Shredding Weak Flesh” è un buon manifesto dell’album, il quale poggia su composizioni che vanno da meno di quattro a oltre sei minuti e fino a quasi sette. I Nocturnal Graves sono estremi, perché le chitarre nella loro immensa lucidità sono arrabbiate, le atmosfere tendono a essere grandiose, epiche in una certa misura, ma la durezza è quanto smussa il tutto. Un lavoro sopra la media, lucido ma non patinato, a volte ruffiano nel volere cercare le soluzioni in mid e low tempo con riff che appaiono secchi, semplici ma con note altisonanti. Tuttavia anche questo rientra nello spettro delle qualità dei tre australiani.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10