(ConSouling Sounds) Filip Dupont chiude la saracinesca dei Gorath. La band black metal del Limburgo belga che nacque come one man band per volere di Dupont (anche giornalista musicale) dopo il buon “Apokálypsis – Unveiling the Age That Is Not to Come” e altri tre album precedenti rilascia questo “The Chronicles of Khiliasmos” e ad aprile terrà l’ultimo concerto. Questo capitolo finale sembra avere poche propensioni al progressive rispetto al passato, mentre trionfa uno scenario post-metal e con atmosfere molto doomy. L’album consiste in tre canzoni intitolate “Khiliasmos”, ovviamente I, II e III. La prima avanza per quasi 10′. Lo scenario è decadente, lento, un riffing che è un qualcosa tra post black metal e lo sludge. “Khiliasmos I” in buona sostanza è un mantra o una noiosa tirata. “Khiliasmos II” propone un dinamismo più accentuato. Il brano per 7′ e mezzo propone l’alternarsi di riff e velocità, sempre con un aspetto uggioso, tranne per un dignitoso sussulto negli ultimi due minuti dove le melodie gelide trionfano in modo convincente. “Khiliasmos III” sono 21′ di decadenza: c’è una prima fase tra blackened metal e doom, dai toni altalenanti, poi subentra un arpeggio lungo e in seguito giunge un pomposo atmospheric black metal e poi un lento sciogliersi e disgregazione dei suoni. Una sorta di ambient finale. Tutto qui. “The Chronicles of Khiliasmos” è fatto di Chitarre che menano accordi tremuli e si susseguono con lentezza, in quello che sembra essere un sound più post metal e sludge che altro. Buona invece la prova del basso, vero strumento dinamico e costruttivo in questi pezzi che alla lunga diventano davvero tirati ai limiti del necessario, per quanto riguarda la loro lunghezza. Se questa fosse stata per i Gorath la loro direzione futura penso che mi sarei tenuto alla larga. Invece ad aprile si scriverà la parola fine.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10