(Red Cat Rec.) La chitarra e l’aiuto di un computer hanno permesso a Pugnale, ovvero Roberto Colombini, di realizzare nel tempo undici pezzi. Il tutto è poi diventato questo album omonimo che presenta canzoni con heavy metal, hard rock e alternative metal, oltre a momenti di thrash metal moderno. La molteplicità di stile è indice di un songwriting vivace, di capacità nei musicisti, eppure alla lunga appare eccessiva. Canta e bene Alex Jarusso, da tempo in giro con alcune tribute band, il batterista Antonio Inserillo (nonché fonico e proprietario dello studio di registrazione), e Alessandro Cola, bassista. Nelle composizioni si avverte una sottile linea rock, nonostante poi finiscano col rivolgersi al metal e ai generi specifici sopraindicati. Alcuni brani hanno una derivazione di stile o di genere, in alcuni casi vicine a qualche nome familiare, come Iron Maiden o i Megadeth degli ultimi anni per esempio. Infatti dopo l’intro “The Deep Breath Before the Plunge” è l’hard & heavy di “Fields of War” a tracciare una direzione gradevole, tuttavia con “Road to Hell” si avverte da subito un ritornello alla Iron Maiden. “Silver P.” trasuda di una spontanea semplicità che trasmette la passione dell’autore nel concepire i pezzi. L’istinto che ha guidato il tutto e non necessariamente la tecnica, comunque interessante di Colombini. La canzone “Memories” mostra proprio quel sentimento dell’autore, attraverso sfaccettature del songwriting. Il seguito però matura anche qualcosa di meno avvincente, “A Shade in Light” e “Out of This World” risultano piatte e con suoni poco bilanciati. Con “18” e “Straight at the Heart” si arriva a qualcosa di compiuto con la prima e di fortemente vivace con la seconda. Tutti i musicisti di Silver P. rielaborano l’heavy e l’hard rock di un paio di decenni fa, eppure le loro buone intenzioni soffrono della mancanza un’omogeneità sonora che alla lunga slega forse l’ascoltatore.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10