(Wolfspell Rec.) Di Daagh si sa che è una one man band proveniente dalla Norvegia. Il resto è ignoto. La tradizione del black metal norvegese è tutta in questo atmospheric black metal dalle fattezze gelide, oscure e con sprazzi epici. Cinque composizioni, i cui titoli sono appunto la numerazione da uno a cinque, per trentacinque minuti totali. La Wolfspell parla di EP, ma questo è un vero e proprio album, sia per la durata che per la struttura stessa dei pezzi. Due da oltre otto minuti, tra i quali il terzo di circa nove minuti e con un’anima affatto distante da Burzum degli anni ’90, poi due da circa sei e uno da sei minuti e mezzo. Suoni molto pesanti, oscuri, anche scarni nella resa. Riff reiteranti, tuttavia in continua evoluzione e infatti i pezzi non mostrano mai la stessa fisionomia. Il drumming prevede blast beat e tempi lenti o medi, nonostante poi il missaggio e il carattere raw di “Daagh”, non permettono di avere la chiara percezione sulla natura autentica o artefatta dei ritmi. È comunque un old style ben calibrato, accompagnato da uno scream forte e roco. Un affresco della tradizione, un album che la ripropone nella sua autenticità.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10