(Subsound Records) I Kotiomkin sono italiani. Anche troppo. Non serve il moniker subdolamente ispirato a tragicomiche leggende della nostra penisola… basta il sound assolutamente identificativo, impossibile da creare fuori dalla penisola. Dopo pochi minuti di musica è palese, ovvio e decisamente chiaro che i Kotiomkin non scrivono canzoni, non compongono album… ma donano l’anima del suono suono ai film. L’unico dettaglio, forse artisticamente insignificante, è che i film non esistono: sono immaginari, ipotetici e risiedono nel mondo dei sogni dei due compositori. O forse sono i loro incubi? Dissacranti. Offensivi. Subdolamente perversi… ma anche esplicitamente tali! Cinque brani che sono divagazione, improvvisazione, rock, doom, 60’s, 70’s, 80’s, horror movie soundtrack. Inquietanti. Avvolgenti. Provocatori. La musica genera terrore. Genera pulsazioni. Fa ballare. Fa muovere. Pogare, saltare, sballare. Le chitarre sono un muro di synth digitali d’altri tempi. Basso. Batteria. Un duo maledetto… Zeder e Narcisi. Anticipano i brani con teatrali introduzioni cinematografiche per poi abbandonarsi nei meandri di sublimi pezzi strumentali, totalmente contorti, nei quali nulla è lasciato al caso, nulla è prevedibile o teoricamente logico. Ogni riff è sferzante. Ogni ambientazione è oscura. Ogni sorpresa è destabilizzante. Assoluto capolavoro di oscurità musicale espressa. Oscurità esplicita: suore puttane, stolti che si risvegliano nei labirinti dell’inferno. Perversione e lascivo piacere. Anime dannate. Sangue ovunque. Suicidio eroticamente consumato in ambienti sacri. Anime vendute. Riti antichi. Violenza. Odio. Vendetta e onore. “Lo Albicocco Al Curaro – Decameron 666” è un capolavoro così maledettamente dissacrante… una autentica perdizione!
(Luca Zakk) Voto: 10/10