(Fighter Records) I triestini Tytus ci propongono con “Rain after Drought” un classic heavy metal mai scontato, ed anzi pregno degli ascendenti più disparati. Si comincia con “Disobey”, che dispiega le influenze thrash che più volte faranno capolino nel sound; “The Storm that kill us all” si sposta su sonorità più classiche, ma vagamente sporche di quel punk primordiale che si trovava anche nei primissimi Iron Maiden. Armonizzazioni di chitarre, sound saxoniano e tanta positiva energia in “The dark Wave”, mentre “Death Throes” unisce a un refrain NWOBHM qualche giro tendente al doom. L’interessante titletrack è divisa in due parti, una scorribanda strumentale e una ballatona di sostanza, di ambito più hard rock; “Move on over” è una classica bordata di speed istintivo prima della classicissima e motorhediana “A desolate Shell of a Man” che chiude degnamente questa cavalcata. Un disco vario e ispirato, capace di uscire dai soliti e triti schemi.
(René Urkus) Voto: 7,5/10