(Grooveyard Records) Un album singolare, visti i tempi, perché “High Flyer” avvicina l’ascoltatore a dei musicisti allevati a quell’hard rock britannico che si rifaceva però ai canoni statunitensi. Se avete presente le origini dei Led Zeppelin, dei Free oppure The Yardbirds probabilmente capirete la portata di tutto questo. Qualche riff allegro alla Grand Funk Railroad e poi via colate di rock granitico, melodicamente smaltato e scorrevole. Tutto nella norma, perché i Bullfrog nascono come cover band con un repertorio che guardava proprio a quei nomi e non solo. Il rock è stato talmente assimilato che diventa loro stessi. Bravi però nell’eseguirlo lungo il corso del tempo, visto che “High Flyer” è il quinto album dei Bullfrog. Testimonianza dunque di un lungo corso fatto di vibrazioni, idee e uno stile che pian piano diventa personale. In quasi un’ora Francesco Dalla Riva, basso e voce, Michele Dalla Riva, batteria, e Silvano Zago, chitarra, manifestano accanto alla matrice hard, il blues e accenni southern. Ai tre strumenti canonici anche l’organo per rinforzare e ampliare lo spettro musicale. Il trio non è un revival perché ha un modo di suonare che è naturale, in cui l’eco dei classici è smalto su una vernice dai colori vividi.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10