(Debemur Morti Productions) I Kaleikr non sono esattamente al debutto, visto che emergono dalle ceneri dei Draugsól, band che ha cambiato nome, riducendosi da trio a duo. Malinconia estrema espressa con un viaggio nella tristezza, dalla disperazione al totale collasso, il tutto con un black metal emotivo dagli elementi death e progressivi, con un tocco di deviazione psichedelica ed impostazione palesemente islandese. Da un’alba speranzosa fino ad un tramonto drammatico e senza fine: ogni brano offre riff complessi, talvolta resi suggestivi dalla viola, sempre incastrati in ritmiche poderose, sferzanti, pericolose ma anche atmosferiche ed avvolgenti, una intensità emotiva sempre vicina all’apocalisse più nefasta. “Beheld At Sunrise” apre con trionfale ottimismo, ma la violenza non tarda ad arrivare: il brano evolve con melodia, creatività, materializzando il sentimento più diffuso su tutto il disco, ovvero la disperazione. Ritmiche pulsanti, linee di basso favolose, viola che riesce a prendere il domino, growl cavernoso per una progressione angosciosa su “The Descent”. Contrasto tra atmosfere idilliche e violenza infernale su “Of Unbearable Longing”, deliziose ed inospitali dissonanze, aumentate da contrasti ritmici e melodici con “Internal Contradiction”. Contorta, più blackned e decisamente progressiva “Neurodelirium”, grandiosa atmosfera con la title track, cammino verso eterna malinconia nella conclusiva “Eternal Stalemate And A Never-ending Sunset”. Album pregno di atmosfera e di divinità cadute, fallite, senza più speranza. Un percorso sonoro possente, una travolgente sessione di meditazione profonda contornata da un black metal ricercato, tetro ed allo stesso tempo sublime.
(Luca Zakk) Voto: 8/10