(Symbol Of Domination/More Hate productions) I Montes Insania sono davvero impossibili da classificare, non c’è ingabbiamento concettuale che sia in grado di iscriverli dentro ad un genere piuttosto che in un altro. E questo porta a chiedersi se il loro sia un genere nuovo o se dentro al loro suono vi sia un po’ di tutto… La sfumatura tra i due concetti non è proprio così delineata come si potrebbe pensare… Ascoltando i russi mi sono venuti in mente alcuni brani dei Vulture Industries, richiami folk e pagan, elementi di black sinfonico e ancora death melodico, Arcturus, Node… Insomma, un crogiuolo di nomi tra i più disparati e la cosa letteralmente impressionante è che al tutto viene dato un contesto coerente che fa funzionare il complicato e delicato ingranaggio e va a formare un qualcosa di nuovo che ho sentito poche volte prima d’ora. I Montes Insania hanno sapientemente costruito un gioco sonoro a somma zero, dove spostare di una virgola qualsiasi particolare, financo il più insignificante, significherebbe rovinare tutto. Praticamente un disco di cristallo, tanto fragile, eppure dotato di molte sfaccettature e di un equilibrio interno invidiabile. Equilibristi.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10