(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Black metal progressivo ed atmosferico, inquietante, occulto ed infinitamente oscuro che tuona dalla Francia. I Triste Terre debuttano, dopo ben tre EP pubblicati tra il 2016 ed il 2017, e regalano oltre un’ora di devastazione opprimente spalmata su sei imponenti brani: blast beats che si alternano ad un black decadente che si avvale sia di growl che di clean vocals dall’evocativa impostazione corale, divagando tra idee originali, passaggi di matrice sinfonica ed una generale sensazione di soffocamento. Tutta questa rappresentazione di una esistenza dannata è opera di una sola persona, Naâl, il quale però si è avvalso del batterista dei Deathcode Society ed di un contrabassista, anche in proiezione di un attività live. Una teatralità orchestrale aleggia sull’imponente “Oeuvre au Noir”, brano pregno di orrore e scandito da un mid tempo letale, sferzato da deviazioni avant-garde. Complessa e ricca di dissonanze “Corps Glorieux”. “Nobles Luminaires” offre arrangiamenti molto ricercati, con fraseggi che sembrano usciti da un momento particolarmente tetro dei più famosi compositori del 1700, cosa che si intensifica gloriosamente su “Grand Architecte”, un brano a cavallo tra la poesia musicale e la brutalità tipica dell’avant-garde black francese. Black liturgico sferzato da idee doom con “Lueur Emérite”, prima delle dissonanze progressive di “Tibut Solennel”. L’album è tutt’altro che facile: un’aura di rumore apocalittico aleggia su tutta la produzione, creando una insalubre confusione psicologica, dando perfetta resa a quella devastazione che porta il pensiero verso antiche cattedrali in rovina, che crollano nel tuono di una apocalisse moderna, avvolgendo passato, presente ed anche futuro nello schiacciante oblio dell’oscurità eterna.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10