(NoEvDia) È avvolgente l’oscurità diffusa dalla band di Reykjavík. Le sobrie camicie bianche che indossano sul palco sono sempre coperte di sangue, l’estrema conferma di quei ‘maltrattamenti’ violenti citati dal moniker. I Misþyrming sono veleno, sono odio, sono pura espressione del male. Blasfemi in una maniera assassina, odiano e rifiutano l’umanità, cantano anche contro la loro terra madre (“Ísland, steingelda krummaskuð”, ovvero ‘Islanda, discarica castrata’ ne è un esempio) e quella loro immagine è inquietante e pericolosa. Subito un nevrotico assalto melodico con la opener “Orgia”: groove infinito, keys suggestive, riffing pericoloso e tremolo che trivella la mente, mentre contorte linee di basso danno vita ad inferi musicali perversi. Trionfo di un universo spento con “Með svipur á lofti”, un brano con con risvolti sia malinconici che psicotici. Dannazione incalzante con “Ísland steingelda krummaskuð”, puro orrore coronato da tetra ansia con la parentesi strumentale “Hælið”. Iniezioni rock irresistibili sulla stupenda e potentissima “Og er haustið líður undir lok”, puro caos e totale pessimistica furia con “Allt sem eitt sinn blómstraði”, estremità sonore sulla dissacrante “Alsæla”, arrangiamenti intensi sulla conclusiva title track. Questo secondo album porta avanti il concetto espresso con il successo del debutto del 2015, una evoluzione grandiosa, teatrale, quasi tragicamente epica, innalzando ancora il livello, lo standard, il punto di partenza per la musica estrema proveniente dal profondo nord. I Misþyrming non sono difensori di culti antichi, di terre madri, di culture primitive: loro semplicemente odiano tutto, sono contro tutti e tutto, tanto che nel diffondere questo messaggio nemmeno si sforzano di cantare in inglese, visto che qui, dal moniker ai testi è tutto rigorosamente nella poco diffusa lingua madre. Ci sono black metal band cattive, offensive, sfacciate e malvagie. Ma i Misþyrming vanno oltre. Non solo sono l’espressione del male: loro sono la purezza del male!
(Luca Zakk) Voto: 9/10