(Iron Bonehead Productions) A sette anni dal debutto, tornano i Texani Hellvetron, offrendo un’ora di funerea rappresentazione tragica, di decadenza sonora, di feeling horror abbinato a depravazione musicale. Una cerimonia oscura e malata, rappresentata da black metal lo-fi incalzato da atmosfere tetre e pregne di un orrore primordiale. Linee vocali putrefatte, ritmi tendenzialmente crudelmente lenti, ma pesanti, un black-doom lacerante, macilento, privo di luce, lontano dalla speranza, alieno alla vita, aggravato da atmosfere degne del più inquietante thriller horror. Puro veleno, nove maledetti brani perfetti per aprire un varco verso l’ignoto, il proibito, l’assolutamente dannato. Pezzi come “Rite – Tartarean Gateways” o “Initiation – Lustful Witchcra” negano la luce e la vita, mentre canzoni come “Evocation – King of Thaumiel” regalano un morente respiro al lato più degenerato della perversione umana. Sulfurei, sinistri, vicini alle porte più proibite degli inferi o di qualsivoglia mondo ubicato ben oltre la vita, ben oltre questa dimensione… oltre l’aria respirabile e la luce di una nuova esistenza.
(Luca Zakk) Voto: 7/10