(Cyclone Empire) Leggendo la bio di questa band olandese si apprende che ha suonato abbastanza dal vivo in Olanda e alcune di queste esibizioni sono state fatte in veste di cover band di Dismember, Entombed, Grave e Vader. Le prime tre, svedesi, sono proprio le più evidenti influenze degli Icons Of Brutality. Non si avvertono troppe linee strutturali o del sound tipiche del death dei loro conterranei, anzi si riscontra qualche cavalcata in mid-tempo alla Bolt Thrower, soprattutto a causa di un energico basso e continuamente in evidenza. “Between Glory and Despair” è il debut album per i cinque estremisti e si presenta con un sound spesso, massiccio, fitto di trame melodiche sinistre, cupe, cavernose, appunto come quelle delle sunnominate band della terra di Svezia. Gli IOB tolgono il respiro, Bakvet pesta sulle pelli con chirurgica frenesia che dimostra sotto blast beat e rullate impietose. Il sound della batteria è troppo levigato e contrasta con il torvo basso di Knolle. In buona sostanza dell’operato delle chitarre si è già detto, mentre Jimme, la voce, è un ruggito perenne, sotto forma di un growl scarno e comunque modulato. “Between Glory and Despair” è il tipico album senza sbavature; le canzoni sono ben rifinite, sia che osino o che si dimostrino essenziali esercizi di un death metal dalle influenze nette.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10