(Pubishment18 / Andromeda) Riffs micidiali in quantità industriale. Prodotti in serie, catena di montaggio con turni di notte, tonnellate di metallo vomitate da una immonda fabbrica di violenza. Questa è musica che spacca. Tempi frulla-budella proposti in comodo formato slavina. Mastelle di olio bollente che investono l’ascoltatore, bruciandone la pelle, le carni. Ossa massacrate, viscere squartate. Questi ragazzi, dannazione, ci sanno fare. Troppo. Sono devastanti. Il loro thrash è zeppo delle componenti classiche del genere: cori urlati e riff taglienti. Ritmiche sul canale destro, ritmiche sul canale sinistro e poi badilata in piena faccia, naso e denti che eruttano in un vulcano di sangue e muco. Ci sono pick slide. E fanno accapponare la pelle. Ci sono blasts di doppia che fanno esplodere le casse dello stereo. Vagonate di assoli fulminanti, bending spezza corde e armoniche che fanno fischiare le orecchie. C’è il basso che è un macigno. Con quel suono bastardo, metallico, corde sostituite da spesse barre d’acciaio, stuzzicate da una mazza ferrata anziché un plettro. C’è tutto. Tutto quello che ci deve essere in un sudicio album di brutale thrash metal. La solita roba già sentita? No care signorine. Ve lo dico io, questo è, finalmente, un album di puro e fottuto thrash metal, ma di quelli che non suonano minimamente come la roba già sentita. Mixato e prodotto in maniera sublime, questa ora di massacro suona schifosamente innovativa, fresca, come se tutto d’un tratto ci si ritrovasse agli inizi degli anni ’80 dove tutto era così nuovo, violento, ribelle. Se il thrash dei giorni nostri era un po’ agonizzante, con questo “Privilege To Overcome” si becca, dritto in vena, una overdose di adrenalina mescolata alla cocaina, capace di risvegliare morti, anche quelli sepolti e putrefatti da secoli. Garantisco: se il thrash l’avevate un po’ abbandonato, questa è roba che scotta, roba che vi farà tornare ai vecchi tempi, quando Overkill, Exodus, Testament, Slayer, Anthrax e Destruction dettavano la legge. L’unica vera legge. La legge della violenza, della potenza. Una legge che pretende musicisti in gamba. Dove gli assoli, quelli veri, sono obbligatori. Dove la canzone deve essere completa. Dove i suoni sono reali, non digitali, non finti, non campionati. Sudore e sangue. Headbanging e pogo. Gente che vola dai pachi, ore di straordinari per gli energumeni della sicurezza, incapaci di difendere l’avamposto oltre le transenne. Veramente. C’è di tutto in questo disco. Ogni singolo suono è così volgarmente metallaro. Non ci sono storie. Questo è thrash, questo è heavy metal; Potete chiamarlo un po’ come diavolo vi pare, tanto non avete scampo. L’ultra violenza non si può fermare. E questo album, se permettete, è “una scorpacciata di ultraviolenza”.
(Luca Zakk) Voto: 9/10