(Grimm Distribution/The Triad Rec) Una mazzata sulle arcate dentarie, sbattuta a bracciate di grindcore corroso dal death più veloce, estremo e ovviamente contaminato dal punk. “Ucronia” è questo, mentre il resto è l’abilità della band sarda a concimare questo terreno sporcato e intossicato dalle parole allucinate, spietate e fuori controllo di Francesco Nano e quelle di Federico Pisano, i due chitarristi. La band è capace di passare in poche battute dal crust, al brutal death metal e traslare poi nel grindcore più bastardo che si possa pensare. A tali sfumature i Iato si cimentano con destrezza, come anche nelle fasi meno violente e anche meno rassicuranti per l’ascoltatore, per quanto sanno essere ricche di suspense e inquietudine. Si ascolti “Requiem”, opera massima nella mezz’ora e più di “Ucronia”. “Iato” è un altro pezzo fatto di cambi e situazioni che si modificano, “Soggetto Alienato” è parte del death metal truce, neo-splatter e sanguinolento, mentre la title track è fatta di ritmo, al quale Andrea Manis al basso e Lorenzo Balia alla batteria, creano una spessa spina dorsale all’ottima armonizzazione che i due chitarristi fomentano e sparano alto nella fase finale del brano. Otto pezzi indescrivibili per la loro trama, completezza, follia, perché se ne trova in questi minuti che passano tra l’opener “Letargico Conflitto” e la già citata “Requiem”. La band canta in italiano, ma leggete cosa dice, altrimenti è difficile cogliere qualcosa tra grugniti, growl e scream, nel suo canale YouTube. Album fantastico, ottima prosecuzione per gli iato dopo due EP e l’avere aperto i concerti cagliaritani di Cripple Bastards, Obituary, oltre che per gli Entombed A.D. e sempre in Sardegna.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10