(Season of Mist) Sappiamo che questa band è nata un po’ per gioco e dandosi un’identità volutamente celebrativa. Phil ‘Landphil’ Hall (Municipal Waste) e Josh ‘HallHammer’ Hall nel 2006 pensarono ai Cannibal Corpse per il nome da usare e parodiandolo aggiungendovi l’erba ‘aromatica’ appunto; pensarono ai Cannibal Corpse anche per il loro messaggio truculento che Hall & Hall hanno portato avanti nel tempo. Ad onor del vero proprio i temi di sangue hanno stimolato la fantasia di Phil e Josh, tanto che i due si sono rifatti anche ad altre band cult del genere death metal durante gli anni. Sempre con la citazione, attraverso una finalità che presentasse della musica estrema concreta, solida e affatto sgangherata o demenziale. Anche il titolo in questione è una citazione di un celebre album dei Cryptopsy. Con le influenze dell’hardcore, lo stoner anche, il death metal dei Cannabis Corpse è qualcosa che implementa una buona varietà esecutiva, con atti neo-brutal e gore, il trio – completato da Adam Gulliams – incide ora un lavoro dissacrante, violento, scolpito di buone intenzioni ed esecuzioni. “Nug So Vile” scorre e si mostra carnale, sanguinante e pregno di elaborazioni sonore, con piccole citazioni casuali e non solo nei titoli, che rendono questo messaggio splatter invitante. Basta ascoltare “Blunt Force Domain”, canzone che sembra una jam tra Slayer, Cannibal Corpse e in Naplam Death più crust di sempre. È uno dei brani simbolo, ma in trentacinque minuti di durata, “Nug So Vile” diventa un manifesto di intenti, forza, brutalità e passione sanguinaria, il tutto espresso con vivida ma scarna ironia e forse anche gioia. Questo album è tra i migliori di sempre per i Cannabis Corpse.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10