(Purity Through Fire) In fin dei conti il black metal è una sorta di fiaccola, la cui vita dipende dal passaggio di testimone in testimone, in una staffetta che mira a non far mai spegnere la fiamma essenziale della musica più nera che sia finora stata concepita. Poi, in alcuni casi c’è chi non vuole stare al gioco e cerca una propria strada. Basti pensare ai recenti Behemoth, un gruppo che a dispetto dell’oltranzismo manifesto si è inesorabilmente allontanato dal vero black metal, qui trasfigurato invece nel caso dei polacchi in un surrogato fatto di baffi alla moda e dubbie partecipazioni a reality. Il black, quello vero, si diceva… esatto, sempre uguale a sé stesso, eppure mai come in questo caso si può parlare di un genere fortemente identitàrio, che si autoalimenta di canoni tanto semplici quanto chiari e rigorosi. I Nefarious Dusk hanno fatto questo, hanno deciso di essere tra i gruppi fungibili alla ciclica perpetuazione che permette al black di attraversare indenne decenni di musica che gli rema contro, non curante delle avversità e dei cambiamenti circostanti. Un esempio solido e lucido di black suonato e perpetrato come il black stesso comanda. Assidui.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10