(Century Media) Micidiali e spietati, calcolatori di una violenza senza scrupoli. Sono questo i Svart Crown al loro quinto album, segnato dal blackened death metal che vede impronte della scuola americana (Deicide e Suffocation) in seno al death metal. I pezzi sono fatti di parti, frammenti che si concatenano e procedono in un percorso che non vuole mai essere uguale a sé stesso. Tanti i momenti salienti distribuiti in “Wolves Among The Ashes”, pur constatando che i Svart Crown li disseminano nelle singole parti dei pezzi, restano così poche canzoni con una totalità enfatizzata da un lavoro generale di spicco. C’è “Blessed to the Fools” che rievoca atmosfere alla Septicflesh e per tanto carica di una solennità che si inchioda alla mente dell’ascoltatore, anche grazie a un tempo basso e marcato. “Down to Nowhere” è un’altra canzone di una certa fattura, dove tutto è a basso regime: atmosfere, riff, cantato, andatura ritmica. Canzone atipica, confrontata alle altre, ma intensa, d’atmosfera. La seguente “Exoria” ha una traccia di velocità ben mercata, quanto la produzione ritmica, imponente e variegata, sulla quale le chitarre giocano un ruolo importante anche grazie a un assolo ben pilotato. “Wolves Among The Ashes” è una cinica espressione death-black, dove i momenti furiosi sono tali da esprimere anche delle melodie ben identificabili. L’asse ritmico dell’album, Nicolas ‘Ranko’ Muller alla batetria e Julien Negro al basso, è un’altra colonna, al pari delle chitarre di questo edificio sonoro oscuro e mostruoso quanto quella ‘cosa’ in copertina.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10