(Soulseller Records) Il quinto album dei norvegesi Svarttjern è un fulmine violento e accecante che piomba in mezzo a noi. La black metal band nata nei primi anni 2000 ancora oggi è capace di farsi ascoltare nella sua subdola, sfacciata e cattiva espressione del genere. Black metal contemporaneo, cioè denso di variazioni e con parti decisamente blackened o addirittura thrash metal, visto che si cimentano nella cover di un classico del genere, cioè “Bonded by Blood” degli Exodus. Solo otto pezzi squadrati da riff ben definiti, netti, chiari e ruggenti. La band è al suo massimo, controllando i ritmi e non abusando dei blast beat, nonostante siano efficaci quando li propongono. Molte rifiniture però accostano leffettivamente la band al thrash metal. “Shame Is Just a Word” che segue la cover degli Exodus nella sequenza dei brani nell’album, è di suo qualcosa che pulsa di thrash metal. “Prince of Disgust” è un’opener serrata, maledetta e veloce, mentre “Melodies of Lust” possiede un’epica che turba, anche grazie all’ottima prova di HansFyrste, un cantante sempre ottimamente in tono con il black metal. Meno ruvidi che in passato, i Svarttjern restano comunque un’autentica espressione del black metal di questo secolo; la band si apprezza anche per le sue soluzioni, sempre ben misurate, mai eccessive. I norvegesi vanno al sodo, puntano a un songwriting diretto, pur concedendosi qualche variazione in più nei brani, visto che in fin dei conti riescono sempre a contenere e ben schematizzare i loro pezzi.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10