(Century Media Records) L’aspetto di questo brutal deathcore metal è in sintonia con altre realtà del genere, statunitensi, oppure canadesi proprio come la band in questione, che tuttavia non è affatto una scopiazzata di altro. Un clima fatto di velocità, sangue e pazzia. Il drumming irruento e triturante, accelerazioni e variazioni a ‘pale d’elicottero’, scale delle sei corde che salgono e si attorcigliano su se stesse e cose del genere. Trenta minuti che tolgono il fiato, annientano l’ascoltatore e tanto che qualche passaggio in più potrebbe essere necessario di fronte a cotanto estremismo per assorbirlo pienamente. “Fearmonger” è un album che offre momenti uguali a se stessi, pur svelando qualcosa di memorabile come nel caso di “Absurd Hero”, estrema e dinamica all’inverosimile, oppure “Treacherous” che vive di una velocità inumana, e “Autonomous Mind” con la sua architettura ben diversa da tutto il resto. Quarto album a otto anni da “Incongruous”, un periodo piuttosto lungo nel quale alla sua fine i fratelli Bradley, Christopher e Dennis, chitarra e basso rispettivamente, concepiscono un insieme che dimostra quanto loro e il resto della band siano appunto un insieme di tecnica ed estremismo, al pari di quanto fatto fino a otto anni prima. Proprio questa tecnica portata a un’esecuzione ai limiti dell’umano, rende “Fearmonger” un altro prodotto di un genere che può essere difficile da assimilare, non da meno resta qualcosa che stupisce, impressiona per quanto riesce a produrre. “Fearmonger” può annoiare i più, cosa che ha fatto ai primi ascolti chi scrive, oppure stupire e intrigare, proprio il sottoscritto che ha dovuto sottoporsi a ripetuti passaggi, necessari per capire e valutare cosa scrivere.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10