(Vendetta Records) Dopo un EP di un paio di anni fa, i tedeschi Naxen arrivano finalmente al primo album sulla lunga distanza, proponendo un quartetto di tracce molto lunghe, che mai vanno sotto i dieci minuti di lunghezza. Addirittura, le ultime due sono altrettante parti di un’unica composizione. L’intro tranquilla, malinconica e doomeggiante della prima traccia non deve ingannare: il black qui proposto è quanto di meglio il 2020 possa produrre in seno a questo controverso genere, se intendiamo il black storicamente inteso. Quindi ampio spazio a sfuriate di batteria, riff tremendamente cavalcanti e malefici, voce oltremodo lontana da quanto in questo mondo possa essere definito ‘pulito’. Il tutto sembrerebbe uscito dagli inizi degli anni ’90… ma grazie alla produzione super pulita garantita dalla moderna tecnologia è ora possibile assaporare questo tipo di musica in modo del tutto nuovo, apprezzandone le varie sfaccettature oltre che il mood generale, in modo da donare spolvero ad un sottogenere che sembra non conoscere confini, a discapito del suo nome.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 8,5/10