(AUSR Digital) Nelle note promozionali dei Blut si legge che “Hemeneutics” è «un viaggio nella mente, bagliori di Luce ed Oscurità, paure recondite, desideri nascosti, sentiero fra tarocchi alla scoperta della spiritualità umana, dei sogni e della sete di conoscenza sulla Vita, La Morte e le Emozioni». L’ermeneutica dei tarocchi avviene in questo labirinto colorato di suoni, strumenti, ma soprattutto di rock, pop, metal, electro, industrial, new wave. I tarocchi sono l’ispirazione e il fondamento della nuova opera dei Blut e ogni carta del mazzo trova il suo spazio. Due anni di lavorazione, la partecipazione di Emanuele “Lele” Laghi (Drakkar e Crimson Dawn) per “XV The Devil” e la copertina disegnata da Giulio Rincione (“Dylan Dog”, Sergio Bonelli editore, Shockdom, Disney e molti altri). Alessandro Schümperlin, cantante della band, ha anticipato l’album con un libro omonimo, ambientato a Torino e durante l’Italia appena unificata. Un luogo e uno scenario adatto per alimentare il concetto di occulto, mistero e quanto altro. Chiara Manese, voce, synth, Stefano Corona, batterista, loop vari e synth, con Maerco Borghi, chitarre, completano l’identità e le azioni dei Blut. I quattro danno vita a un album con suoni gonfi con dosi di groove ma senza smaltare il tutto e lasciando un alone di ruvidità e un minimo di peso all’aggressività del sound. “Hermeneutics” è percorso da melodie, musicali e vocali, che rendono ‘il mazzo’ un universo seducente per l’ascoltatore. Attenzione però, perché i ventidue arcani maggiori (vengono definite così le carte fondamentali del mazzo dei tarocchi) non sono roba da poco. Ci si prepari infatti a una settantina di minuti di impegno. Il viaggio nella lettura delle carte e dei loro significati, non è breve. Il terreno dell’interpretazione non è solido, ma cedevole e conseguentemente rischioso! La band ha lavorato tanto al concept vasto quanto il tema che lo ispira, diventando una porta d’accesso molto particolare a questo mondo arcano.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10