(Indie Recordings) Nuove frontiere, nuovo odio, nuova violenza. La benestante Norvegia appartiene forse al passato del black. Ci sono oggi nuovi territori, pieni di acredine, oppressi da religioni spietate e prive di ogni barlume di intelligenza, imprigionati culturalmente da regimi assurdi, anacronistici, sanguinari. Terreno fertile per musica brutale, che combatte odio con altro odio, che manifesta una ribellione pura, percepita fino al subconscio. Una nuova era sta sorgendo, un’era che vede sempre più bands del medio oriente opporsi a culture coercitive, a fedi che vanno oltre lo spirituale e che si impongono sul pensiero della gente, sullo sviluppo di un paese. Sul sangue del popolo. From The Vast Land è un progetto coraggioso concepito da Sina, Iraniano, capace di dare vita ad un progetto assolutamente incompatibile con il pensiero del suo paese. Sina è riuscito a farsi notare dalla Indie tramite il progetto “Freedom of Speech – Music Builds Bridges” promosso dall’etichetta stessa, la quale lo ha invitato all’Inferno Festival 2013, dove ha suonato sul palco affiancato da Thor Anders Myhren (Morbid Angel, Myrkskog, Zyklon), André Kvebek (Pantheon I) e Vegard Larsen (Keep of Kalessin). Ispirato al black metal tradizionale norvegese, ma con integrazione di mitologia e culti Persiani, “Kamarikan”offre quasi quarantacinque minuti di musica piena di brutalità, ma anche di groove, con strumenti ben definiti, riff aggressivi, sessione ritmica piena di energia, ed una voce letale capace di alternare uno scream disumano ad un spoken-clean possente e poderoso. Mai orientata alla velocità senza controllo, la musica di questa band è ricca di atmosfera, parti cadenzate, arpeggi dissonanti costruiti su linee di basso calde e avvolgenti, in grado di creare un ambientazione sonora inquietante e devastante. Le sette tracce non sono mai monotone, spesso sconvolte da intermezzi dove tempo e atmosfera cambiano in maniera drastica ma sempre progressiva ed ottimamente integrata alla struttura della canzone stessa. Idee melodiche probabilmente derivanti dalla diversa cultura musicale di Sina, si riversano in maniera eccellente su tutto l’album, come si può percepire sulla stupenda “Darkness All Over The World”. Immensa “Night Sentinel”. Notevole “Realm Of Cadaver Sovereign”, con il suo riff infernale ed il suo arpeggio oscuro pieno di atmosfera. Contorta e particolarmente coinvolgente la title track, mentre la cadenzata “Call Of the Mountain Battle” riesce ad essere una traccia in pieno stile norvegese con un tocco di freschezza e novità compositiva. Un album riuscito in maniera eccellente, anche considerando le limite risorse a disposizione dell’artista, capace di essere oscuro, perverso, e suggestivo. Un album che si colloca perfettamente nella scena del genere, senza risultare scontato, o mancante di esperienza. Un rappresentante di un nuovo filone di artisti estremi che dopo vent’anni dagli albori del black riescono, talvolta meglio dei maestri scandinavi, a diffondere un culto musicale che espande l’odio e la brutalità verso nuovi inaspettati ed infernalmente deliziosi livelli.
(Luca Zakk) Voto: 8/10