(Napalm Records) Dopo sette anni la nuova suprema colonna sonora dell’opera di Tolkien. Fantastica riproduzione musicale di una terra da sogno, creata con genialità, collocata nella fantasia. Tornano gli austriaci Summoning con un capolavoro estremo, oltre un’ora di immersione totale in dimensioni diverse, scenari mitici, atmosfere fantastiche. Cuffie, “Old Morning Dawn”, occhi chiusi: perfetta situazione per viaggiare con la mente, con i sogni, con l’immaginazione. Il black metal, marcato dal growl letale, i suoni epici e trionfali, i ritmi marziali e cadenzati, i concetti folkloristici fusi nella composizione. La mente umana non può non perdersi in questa atmosfera sonora, dove antichi odori riempiono le narici, ancestrali immagini colmano gli occhi, suoni tribali avvolgono l’udito e si fanno strada nella psiche, sconvolgendo l’io più profondo con sensazioni che hanno un sapore magico, ultraterreno. Divino. Durante l’ascolto si ritrova una pace interiore unica, ma anche la sensazione di essere abbandonati in una terra vasta, suggestiva, selvaggia, dove alte montagne giocano con le nuvole, la luce con la nebbia dopo una purificante pioggia, il fuoco con l’aria, i colori con le sfumature. Un’ambientazione che provoca un’inquietudine che emerge dal profondo e attraverso la pelle si disperde nell’ambiente, generando emozioni superlative. Silenius e Protector, i due geni dietro ai Summoning, hanno dato il meglio. Sommi creatori di suggestione, il loro lavoro va oltre la musica, il genere, il formato. Le emozioni che scatenano non sono quantificabili, registrabili, classificabili: “Old Morning Dawn” nasce da pagine di un grande libro le quali hanno deciso di farsi accarezzare dal vento, mentre le parole si lasciano andare, trasportare, verso una nuova dimensione dell’intrattenimento, una nuova dimensione artistica. Album che va goduto interamente, album che comunque riesce ad offrire picchi di sentimento con piccoli meravigliosi dettagli: i cori su “Of Pale White Morn” che fanno venire la pelle d’oca, l’inquietante quiete espressa dalla title track, i panorami naturali che esplodono davanti agli occhi dell’ascoltatore con “Caradhras”. “Old Morning Dawn” (Stupendo anche il titolo) guida l’ascoltatore verso la divina arte dell’ascolto, della percezione, nella quale si crea una connessione fatata tra la mente ed il suono, dove nuovi sensi prendono vita ed iniziano a catturare vibrazioni sconosciute, regalando un piacere che va oltre qualsiasi livello di immaginazione.
(Luca Zakk) Voto: 9/10