Cadaveria non è una cantante metal, ma un’artista metal. E’ artista perché sa sempre tirare fuori il meglio di se, dalla sua voce. E’ artista per come tiene il palco, per come compare davanti ad un telecamera. Non è solo una questione di saper apparire e di essere. Certo lei è splendida, ma la sua femminilità è l’involucro della sua arte, espressa con i Cadaveria e insieme al fidato Flegias, mastino della batteria e non meno artista della cantante. In questa prima metà del 2013 i Cadaveria hanno pubblicato la “Undead Edition” di quel piccolo e “orribile” gioiello che è “Horror Metal” (QUI), uscito al principio del 2012, e poi la ristampa di “The Shadows’ Madame“. “Horror Metal” è il prodotto di un grande impegno ed è il coronamento di una soddisfacente attività artistica che la stessa vocalist ci racconta attraverso un’intervista che tratta diversi argomenti. (la foto a lato è di Laurent Jeandet)
Era il 2001 quando nacquero i Cadaveria e tu e Flegias provenivate dagli Opera IX. Che giorni erano quelli nei quali lasciavate una band che in Italia e fuori aveva una sua reputazione e…perché?
Erano altri tempi sotto molti aspetti. L’offerta musicale, in termini numerici, non era così vasta com’è ora, le band ottenevano un contratto discografico con meno facilità e le case discografiche, non ancora piegate dal download illegale, offrivano ai propri gruppi un congruo budget per affrontare le registrazioni dell’album. Con i Cadaveria io e Flegias abbiamo cominciato un nuovo capitolo, lasciando una band che nonostante il successo non ci rispecchiava più sia sul piano personale che artistico. Principalmente facciamo musica per noi stessi, perché ci pace e ci diverte. Era necessario ricreare un clima positivo in cui poterci esprimere liberamente e questo non era più possibile con gli Opera IX, che tra l’altro, a nostra insaputa, già avevano fatto delle prove con un altro batterista…
”The Shadows’ Madame” è stato il primo album (è del 2002, la ristampa esce in questi giorni ). E’ un lavoro che quando lo si ascolta lascia vedere una propria identità ed atmosfera. Quei pezzi sono nati attraverso un lavoro comune o c’è stata il prevalere di un unico autore?
Principalmente i brani sono stati concepiti da me e Flegias e in parte dal chitarrista Frank Booth, che avendo un background musicale più basato sull’Heavy classico, ha senz’altro influito sulla creazione di un sound più personale, che col tempo si è scostato sempre più dal Pagan Metal degli Opera IX.
”Far Away from Conformity” uscì due anni dopo e, mi sembra, che la direzione fosse leggermente differente dal precedente lavoro. Magari con una lieve propensione al thrash, ma anche con incursioni nell’heavy, nel doom.
Ritengo “Far Away Fron Conformity” uno dei nostri migliori lavori, un album che determina la nostra identità musicale e la nostra filosofia. I testi si fanno in parte più intimisti e cerebrali e in parte cercano ispirazione nella letteratura e nella cinematografia. Le incursioni in territorio progressive sono altrettanto frequenti. “Omen of Delirium”, “Blood and Confusion”, “Irreverent Elegy” e “Out Body Experience” sono ancora tra i nostri brani meglio riusciti. Peccato sia passato un po’ inosservato e in parte non sia stato pienamente capito, vuoi per una copertina meno accattivante rispetto al precedente e per una scelta di immagine della band (e di un titolo) che usciva (volontariamente!) dagli stereotipi del Black Metal.
”In Your Blood” ha una copertina dissacrante. Quale idea l’ha prodotta?
Semplicemente ci siamo innamorati di questa foto ad opera di Manuel Bravi e l’abbiamo scelta per il cover artwork. Manuel ha anche lavorato alla post produzione delle foto promozionali.
E’ una mia impressione sbagliata oppure quell’album ha segnato un tuo diverso approccio vocale, rispetto a quanto fatto fino a quel momento?
“In Your Blood” è un album di rottura. E’ un lavoro che mette in risalto la parte femminile di Cadaveria, con un uso più accentuato delle clean vocals e con la proposta di una immagine più glamour. Musicalmente è un album minimalista, misurato nel ritmo e negli arrangiamenti. O meglio gli arrangiamenti sono stati numerosi, ci sono ad esempio molte armonizzazioni di voce che creano delle belle aperture, ma sono percettibili solo se ti approcci a questo lavoro senza pretendere di trovarci dentro il terzo atto di “The Shadows’ Madame”. La produzione artistica dei Cadaveria ha sempre rispecchiato al 100% chi siamo noi come persone. Ci sono fasi della vita in cui si vivono nuove esperienze, attraverso le quali si matura pur restando comunque fedeli a se stessi. “In Your Blood” rappresenta la chiusura di un cerchio, un passaggio fondamentale senza il quale “Horror Metal” non sarebbe nato o comunque non avrebbe avuto questo sapore così oscuro. Non amo il toni di grigio, per me le cose sono bianche o nere. Amo gli eccessi e per maturare “Horror Metal” sono dovuta passare attraverso una fase più soft, fatta anche di sperimentazioni, che mi hanno dato più apertura mentale.
Prima del successivo “Horror Metal” passano cinque anni, perché?
L’attività live più consistente a promozione di “In Your Blood” è arrivata a scoppio ritardato. A fine 2008 l’estero si è improvvisamente accorto nuovamente di noi e nel 2009 e 2010 abbiamo affrontato diversi mini tour che ci hanno portati in giro del l’Europa e non solo: Spagna, Francia, Romania, Messico. Non siamo una band che compone quando è in tour, quindi la pre-produzione di Horror Metal è cominciata solo nel 2010. Nello stesso anno è uscito il secondo album dei DyNAbyte, progetto Industrial Metal che condivido con il bassista Killer Bob (John) e con LJ Dusk (chitarrista ed ex tastierista dei Cadaveria 1° formazione, col nome di Baron Harkonnen), che mi ha succhiato molte energie. Tra l’altro ve lo consiglio, si intitola “2KX” e lo potete trovare sul sito http://www.dynabyte.it! Nel 2011 abbiamo lavorato senza sosta al nuovo album Cadaveria, occupandoci personalmente della registrazione, del mixaggio del mastering e dell’artwork e finalmente a gennaio 2012 Horror Metal è stato pubblicato. Direi proprio che è valsa la pena aspettare cinque anni. E’ un album completo e singolare che è piaciuto molto a fan e critica.
”Horror Metal”, fantastico album, però ricordo quando vidi la copertina rimasi un po’ spiazzato. La foto di voi con look orrido mi ha fatto pensare ad Alice Cooper, ma anche ai Lordi e cose del genere e dunque ho pensato di sentire qualcosa di più commerciale. Ma invece mi sbagliavo, fortunatamente.
Come sempre facciamo parlare con le nostre copertine. La cosa mi diverte molto. E’ anche rischiosa, lo ammetto, perché ci sarà chi si è fermato all’apparenza e non ha comprato l’album. Ma io spero sempre che gli altri siano curiosi quanto lo sono io e che vadano oltre. Ritengo la copertina di “Horror Metal” molto innovativa, rispetto a migliaia di altre band che usano i soliti disegni. Mettere una foto della band sulla copertina è inusuale e allo stesso tempo ha un certo sapore anni ottanta. Il make up è volontariamente esagerato, interpreta il tema dell’horror su cui l’album è incentrato, sfruttando l’icona orrorifica per eccellenza in campo cinematografico: lo zombie. In sintesi l’album è serissimo, molto oscuro, mentre la cover è quasi caricaturale, maligna ma anche autoironica. Questi eccessi ci appartengono e sono ben spiegati nel nostro DVD di prossima uscita, che svela ad esempio tutti i retroscena di questo make-up, mostrando quanto lavoro ci sia stato dietro queste foto, con quanto impegno le abbiamo fatte, ma anche quanto ci siamo divertiti.
”Horror Metal” è stato anche ristampato in versione “Undead Edition”, inoltre c’è una ristampa recente di “The Shadows’ Madame”. Fa piacere che ci siano queste pubblicazioni, tuttavia la situazione per il mercato dei vostri dischi come va? Siete attenti e controllate la distribuzione, i prezzi e cose del genere, cioè seguite i vostri album anche dopo la realizzazione?
Da quando è uscito Horror Metal non abbiamo mai smesso di promuoverlo e di seguirne i risvolti passo a passo. Lo staff di Bakerteam Records è stato molto collaborativo sotto questo aspetto, basta vedere la sfilza di recensioni e interviste che abbiamo avuto e che sono pubblicate nella sezione Press del nostro sito internet cadaveria.com. Questo lavoro senza sosta, i due videoclip che abbiamo realizzato e una intensa attività live svolta nel 2012 e che in parte sta proseguendo anche ora (anche se con ritmi meno serrati) ha portato ottimi frutti sul piano delle vendite. Infatti l’esaurimento della prima tiratura ha richiesto una nuova stampa. In quell’occasione abbiamo pensato di aggiungere due remix per ampliare e rinnovare l’album, così è nata l’Undead Edition. La ristampa del debut album “The Shadows’ Madame” era in programma da un paio d’anni perché la versione originale è sold out da molto tempo e ai concerti e via internet i fan (soprattutto quelli acquisiti negli ultimi anni) continuavano a richiederlo. Finalmente abbiamo avuto tempo di andare in studio per rifare il mastering e di ritoccare la grafica, così a luglio è uscita la ristampa sotto Black Tears. Compiremo la stessa operazione anche per il secondo album non appena ne avremo la possibilità.
E’ anche in arrivo su Scarlet Records un DVD retrospettivo, cosa proporrà nello specifico e come è venuto fuori questo tipo di pubblicazione?
In quanto videomakers io e Marcelo Santos (Flegias) amiamo “reportizzare” con immagini molti dei momenti che viviamo con la band in studio, in tour, etc. Abbiamo collezionato materiale per dodici anni ed ormai è giunto il tempo di condividere queste riprese con i nostri fans, che sono sempre molto curiosi di sapere “come siamo veramente”. Abbiamo chiesto direttamente a loro che cosa desiderassero trovare in un nostro DVD e abbiamo ascoltato le loro risposte. Innanzitutto ti dico in anteprima che un DVD non è bastato, quindi si tratterà di un doppio DVD, che conterrà sostanzialmente tutti i videoclip ufficiali prodotti dalla band dal 2002 al 2013 con i relativi making of inediti, gli studio report dei vari album prodotti, una sezione live estratta da vari concerti fatti negli ultimi anni, più altre curiosità che verranno svelate a breve insieme al titolo e alla copertina…
Come hai lavorato dagli inizi ad oggi sui testi? Il tuo metodo è cambiato, hai diverse ispirazioni, ti interessi di altro? Come “funzioni” con la scrittura dei testi?
Annoto quello che mi interessa, idee sporadiche, ispirazioni qua e là su agenda o pc o carta di formaggio. Poi riorganizzo questi appunti e nasce un testo. Il metodo sostanzialmente è sempre questo, cambiano le ispirazioni a seconda del momento: un film, un sogno, un incubo, una frase, una sensazione, un libro…
Invece come ti trovi di fronte la telecamera? Ho visto il video di “Flowers in Fire” e sembravi molto presa dal tuo ruolo, c’era recitazione.
Lo prendo come un complimento. Credo in quello che faccio, quindi ovvio che sono convinta. Non mi serve recitare, basta che mi concentri sulla canzone e su quello che sto dicendo nei testi ed entro immediatamente nella dimensione CADAVERIA. Chi ha qualcosa da dire è automaticamente a proprio agio davanti ad una telecamera. E poi è il mezzo con cui lavoro ogni giorno, quindi mi è certamente familiare. Girare “Flowers in Fire” è stata un’impresa titanica: tre locations diverse, cinque attori più la band, costumi, trucchi, mesi di montaggio. Ne siamo molto orgogliosi ed è inutile che gli italiani continuino a mettere Non Mi Piace su YouTube. Le statistiche le vedo e so che il resto del mondo ha capito.
Suonate molto dal vivo e in tutta Europa, tu nei viaggi come proteggi la tua voce? Scommetto che quella deve essere una cosa alla quale badi in ogni momento delle tue giornate quando sei in tour. (foto a lato di G.Macis)
Veramente dovrei fare di più, tipo smettere di fumare. Cerco di bere pochi alcolici, di non prendere freddo e di dormire il più possibile. Fortunatamente non ho problemi ad addormentarmi nemmeno sui tourbus più scomodi o in auto. Quello che ti frega non è il concerto ma il pre e il post: fare PR è necessario ma consuma la voce.
Di recente cosa ascolti, cosa leggi e i film?
Lavoro moltissimo su video e band e ho poco tempo per leggere. Non vedo l’ora di finire “Il Momento è Delicato” di Ammaniti (uno dei miei scrittori preferiti), che ho cominciato ormai da qualche mese. Ascolto musica per rilassarmi, quindi Puscifer e Isis sono i più indicati. Film solo se d’autore: Lars Von Trier per farsi un po’ di male e Polanski, che è sempre molto avanti.
Ti ringrazio per il tempo che hai donato a Metalhead. Io mi faccio da parte e ti lascio congedarti dai lettori.
Grazie a te per l’intervista e lo spazio dedicatoci. Ringrazio i lettori che sono arrivati fin qui. Con la mole di roba che viaggia su internet è già tanto se la maggior parte arriva a leggere la risposta numero quattro.
(Alberto Vitale)