copfuneralcircle(Shadow Kingdom Records) Anche i migliori capita di sbagliarsi: in questo caso, i ‘migliori’ sono la Shadow Kingdom Records, etichetta cult che ci ha donato dischi imperdibili (sia fra le ristampe che fra gli inediti), ma che oggi ci propone gli scialbi doomsters canadesi Funeral Circle, al debutto dopo la solita trafila di demo, ep e split. Non che i nostri demeritino in modo particolare, ma il loro doom sabbathiano è fin troppo statico, condizionato com’è dal ripetersi delle stesse soluzioni, mentre l’approccio vocale è abbastanza monocorde e le composizioni suonano tutte di ‘già sentito’. La coppia di testa “Scion of Infinity”-“Amaranthine” procede senza sussulti, e solo con il terzo brano, “Corpus of dark Sorcery”, abbiamo un po’ della cattiveria che serve per suonare questo genere, nonché le atmosfere fumose e horrorifiche che danno colore al tutto. Di “The Charmel God” funziona soprattutto la parte strumentale, con le chitarre che si inseguono; la lunghissima “Obelisk” (dodici minuti) e i suoi tempi dilatati non offrono particolari momenti di interesse. Non è, ovviamente, che da un disco di classic doom dovessimo attenderci velocità o originalità, ma qui è proprio il songwriting che manca. Un peccato, confido che i nostri si rifaranno presto.

(Renato de Filippis) Voto: 5/10