(Pitch Black Records) I norvegesi Ghost cambiano nome e si ripropongono come “Ghost Avenue” sparando un album potentissimo. Fiero heavy metal, pieno di riff poderosi, di parti cantate avvincenti e coinvolgenti, un heavy metal tradizionale ma ricco di feeling, di sostanza, di una ricchezza interiore assolutamente identificativa. Il genere proposto ricorda Axel Rudi Pell, un po’ gli Hammerfall, ma con una certa iniezione di una ispirazione presa dall’hard rock, come si sente su “Crazy Eyes” e la bellissima conclusiva “Two Drinks”. Un album che fa ribollire il sangue grazie a canzoni molto ben costruite, assoli belli, ben suonati, ben ideati. Un inno all’heavy metal vero, un disco imperdibile per qualsiasi defender o amante di un metallo diretto, poderoso, imponente, un metallo con il quale fare headbanging sfrenato, un metallo con il quale cantare le canzoni a squarciagola. Scatenata la opener title track. Calda, grintosa e quasi epica “Rock ‘n’ Roll Tree”, mentre stupendo l’inizio a base di chitarre su “The Hunt”, un pezzo che ha l’energia di una esplosione atomica, la grinta di metallo di altri tempi però concepito e suonato con canoni moderni. Micidiale l’intro alla già citata “Crazy Eyes”, basso e batteria che caricano, il fronte avanzato di un esercito di metallo che non tarda a dare un assalto glorioso. Invece si sente un inizio lento e melodico su “All I Can Say”, con la voce che entra piena di sentimento e passione, un qualcosa di glorioso che improvvisamente diventa potentissimo grazie ad un riff pieno di forza, un riff che sostiene il resto del pezzo, un pezzo dove la band risulta leggendaria. Memorabile la performance di Kim Sandvik alla voce, specialmente su pezzi come “When the Going Gets Tough”, dove le due chitarre offrono una prova decisamente impeccabile, e la bellissima “Legacy” dove anche le linee di basso sono particolarmente esaltate. Un album che non riscrive la storia del metal: semplicemente la continua. La mantiene viva, gli da un tocco di immortalità, di eternità. Un album estremamente godibile, divertente da ascoltare, un album che si tatua nella mente e che risulta impossibile da dimenticare o ignorare.
(Luca Zakk) Voto: 8/10