(Dark Descent Records) Esistono band che appena attaccano a suonare dalla prima canzone, riescono a comunicare da subito ciò che sono e ciò che l’ascoltatore può e deve aspettarsi. A questo principio si attengono i semi-sconosciuti Corpsessed, bestiale formazione death metal della Finlandia che arriva dopo qualche anno dalla sua nascita al debut album. “Abysmal Thresholds” è un mostruoso esempio di come si possa essere estremi, oscuri e massacranti. Suonano con sporca attitudine, con selvaggia violenza, con terrificante impatto. Avete presente quei tipici riff death metal dal piglio lento, ombroso e solenne? Avete presente quelle cavernose distorsioni che sembrano emettere lo stesso suono di quando la terra si squarcia, si sventra a causa di forze telluriche devastanti? Ebbene, questo è quanto potete e dovete aspettarvi dall’intro fino alla terminale “The Threshold”. Nove devastanti bordate, cinte da cambi di ritmi che vanno dai low tempo fino ai blast beat più rissosi e violenti. Melodie sataniche, terrificanti, votate a tutti gli Dei più malvagi che hanno governato il mondo e ancora oggi lo presiedono con cieca cattiveria. L’oscurità regna sovrana nelle menti dei Corpsessed e più di tutto in quei neuroni sopravvivono gli echi del fragoroso death metal svedese alla Grave, oltre alle invettive della prima epoca degli Immolation, Autopsy, ma anche dei primi passi meschini e illuminanti dei Death. Insomma, nelle distorsioni e nel toccoì sopravvivono il primo death metal sevedese e le più bieche manifestazioni dello stesso genere ma di marca statunitense. Per adorare questo lavoro non ha importanza se apprezziate il death metal o le sue sfumature: qui, in “Abysmal Thresholds” l’unica cosa che conta davvero è essere adoratori della notte, del buio, dell’Inferno, dell’ostilità verso tutto e tutti. Per sentire nel profondo questo sound basta solo concedersi il piacere di viverlo per davvero. Spegnete la luce e lasciate che una caverna che collega l’Inferno sulla terra si spalanchi al vostro cospetto.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10