(Les Acteurs De L’Ombre Prod.) Preso lo spunto dal celebre racconto “Le Montagne della Follia” di Howard P. Lovecraft, i girondini The Great Old Ones creano un album per accogliere gli ascoltatori in un viaggio sensoriale e musicale davvero affascinante. Un black metal fatto con alti e bassi di ritmo, innesti di atteggiamenti prog, melodie arcaiche e terribili. Il tema tratto dallo scritto del Solitario di Providence ha bisogno di una feroce atmosfera che va a gonfiare i pezzi fino a renderli momenti di atmospheric black metal imbottiti più di pathos e narrativa che delle solite, fredde e animalesche intenzioni tipiche di questo stile. Quel senso di devastazione aleggia, in particolare nelle fasi veloci e negli atteggiamenti del sound più estremi e contorti, ma il senso di un legame tra parti, sequenze e atmosfere è la caratteristica sostanziale dell’album. Non esiste una vera e propria continuità melodica nelle maglie di queste chitarre gelide come l’Antartico, nel riffing infatti si sviluppa un discorso, un tema che avanza e regredisce e sembra non voler mai andare di preciso da qualche parte, salvo arrestarsi solo alla fine di questa storia. L’ultimo brano tra l’altro arriva quasi a 18’ e sugella i 53’ totali di “Tekeli-Li” con la stessa spietata freddezza e tensione che si avverte nelle pagine del celebre testo di questa storia spiazzante e che ora ha anche un aspetto musicale.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10