(Unspeakable Axe Records) Prendete i Motorhead, rendeteli ancora più lerci, velocizzateli pure un pochino, cercate Lemmy in una giornata in cui è molto roco, poi sporcate ancora di più il tutto con tocchi di Voivod e Hellhammer… e credo avrete finalmente una vaga idea di come suonino i Zoldier Noiz! I francesi, in attività da 15 anni ma solo oggi al terzo album, ci regalano mezzora di speed/thrash condotta secondo la più classica e ortodossa ricetta underground. I dieci brani di questo “Regression Process”, che raramente superano i tre minuti e mezzo, sono tutti sporchi e cattivi allo stesso modo, con una chitarra che procede a velocità impazzita (come in “Random Justice”), ritmiche toste e serrate, cantato grezzissimo e produzione minimale. Uno di quei dischi dove non vale la pena citare un pezzo piuttosto che un altro (ma “” mi sembra la più interessante del lotto), e che i metallari lì fuori giudicheranno senza mezze misure: o mezzora di rumore inascoltabile, o mezzora da veri intenditori degli eighties. Io mi colloco sicuramente più vicino al secondo gruppo!
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10