(Secret Entertainment/Inverse Records) Debut album per Henric Blomqvist, chitarrista e compositore Finlandese dedito ad un hard rock anni ’80 con influenze nel rock più classico. Per questo lavoro si avvale della collaborazione di alcuni artisti e amici, tra i quali i celebri Doogie White, già dietro il microfono nelle fila di Rainbow e Malmsteen e Jari Tura, ex cantante degli MSG di Micheal Schenker. Nonostante la tecnica strumentale sia evidente, questa non prevarica mai sulle melodie, permettendo ai brani di essere fruibili e con un certo appeal commerciale nonostante non manchino passaggi grintosi. L’opener “Place Of Fear” ne è un esempio: parte con un riff che ricorda vagamente la colonna sonora del film “Halloween” per poi sfociare in hard rock canonico ma non per questo noioso o ripetitivo. Da incorniciare il duello tra chitarra e tastiere in fase solista. “Thunderbrigade” inizia con un arpeggio dal sapore folk sulla scia dei Blackmore’s Night. Successivamente parte un riff molto cadenzato grondante epicità. Anche qui l’assolo di chitarra è da applausi: la struttura è abbastanza semplice, segue la melodia del riff portante ma è suonato con gusto e senza strafare. La semi ballad “Pain That Gains” è caratterizzata da una prova vocale magistrale (in questo album compaiono tre cantanti, purtroppo nella bio non è indicato in quali canzoni cantano) e da melodie vincenti e immediate. Decisamente più grintoso l’avvio di “Black Sky” costruita su un riff aggressivo e pesante e impreziosita da un assolo tagliente. La strumentale “Plenty Of Reasons” mette in luce la mostruosa tecnica di tutti i musicisti, anche se ovviamente la parte del leone spetta alla chitarra. “Till The End Of Time” è un brano veloce in pieno rock’n’roll style, con tanto di pianoforte alla Jerry Lee Lewis in sottofondo, “mentre When We Were Young” ha un incedere più cadenzato e solenne e nuovamente epico. “Perfect Dream” è molto melodica dove vocals e melodie di chitarra si rincorrono e duellano per un brano ricco di pathos. “Lonely As I Am” è un brano più diretto, hard rock viscerale sulla scia dei Britannici Thunder. Chiude il disco la title track, strumentale introdotta da un arpeggio di chitarra su cui si inserisce il basso di Jonas Kuhlberg e successivamente la batteria. Il brano è piuttosto vario, con cambi di tempo repentini, assoli funambolici e scale musicali orientali. Splendido l’assolo di hammond nel finale. Un grande disco che per il suo carattere melodico può piacere sia a chi ama la forma canzone che agli amanti dello shredding. Da avere!
(Matteo Piotto) Voto: 8/10