(Solitude Productions) I Doomed sono la one-man-band di Pierre Laube, artista tedesco che con ogni evidenza è cresciuto a pane e Funeral; il suo terzo disco, “Our Ruin Silhouettes”, propone naturalmente ben poco di nuovo, ma per quel che mi riguarda è uno dei dischi doom/death più soffocanti e claustrofobici che abbia sentito di recente. “When Hope disappears” si apre su oscuri rituali e prosegue con una pesantezza che incorpora, però, anche diversi cambiamenti d’umore e di velocità. Il giro di “In my own Abyss” è più solenne, quasi epico, ma sempre pregno di mistero e malvagità; “The last Meal” giunge al fondo del baratro, con una monoliticità che contempla anche alcuni passaggi di death veloce, utili alla rottura. “Revolt” ricorda moltissimo le atmosfere stranianti di “Icon” dei Paradise Lost, mentre la chiusura del disco è affidata ai nove minuti di “What remains”, ancora più lenti e disperati, dove il growling cupissimo è molto indovinato. Due gli ospiti dietro al microfono: Pim Blankenstein degli Officium Triste e Andreas Kaufmann degli Hatespawn. Per cultori/intenditori.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10