(Napalm Records) Avevo quasi bocciato il precedente disco dei canadesi Stryker (QUI), ma questo nuovo “City of Gold” mi sembra molto più maturo del suo predecessore. Non ci sono soltanto velocità e virtuosismi, ma anche una manciata di brani meglio congegnati e strutturati, che alzano di molto le quotazioni dell’insieme. Certo, gli Striker non sono diventati dei progsters, ma adesso non sembrano più dei ragazzini che pestano sugli strumenti tentando di fare più casino possibile! L’opener “Underground” si compone di appena tre minuti di speed/power vecchia maniera, tempestoso e inarrestabile, con vocals al vetriolo e solos brevi e velocissimi. “Start again” ha invece un approccio radicalmente Priest (con i più dei fraseggi finali NWOBHM), con cori che faranno divertire molto i fan nell’imminente tour con i Bullet. “Crossroads” è un’altra gradevole tirata a mille per la quale è quasi impossibile non pensare agli Enforcer, mentre con “Second Attack” siamo proprio dalle parti dei connazionali Exciter. “All I want” si sposta quasi in territori hard rock (o come dicono alcuni, heavy metal rock), e l’esperimento è certamente riuscito; con l’altro inno “Rise up” può considerarsi concluso un disco che coinvolge senza essere grezzo o scontato. Mi sembra un grande passo avanti.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10