(Memento Mori) Provengono dalla scena di Boston i Zealotry e da buoni americani si esprimono attraverso un death metal piuttosto ragionato, fatto con sequenze e parti che si incastrano attraverso un atteggiamento dinamico e variabile. “The Charnel Expanse” è una sorta di death metal progressivo, perché in fin dei conti i Zealotry non sono qualcosa di old style o un ensemble brutale. Le atmosfere sono lugubri, angoscianti, ma l’ottimo susseguirsi del riffing e una batteria che sa contraddistinguersi per i suoi preziosi contrappunti, dimostrano come i musicisti siano maturi e pieni di idee. Anche gli assoli delle sei corde hanno un loro tocco distintivo e valorizzano i diversi passaggi dei pezzi. L’album è aperto da una suite in tre parti, “Avatars of Contempt”, la quale in oltre nove minuti riesce a chiarire le architetture musicali dei bostoniani, i quali anche nei momenti più duri e sfrenati presentano un tocco ben modulato. “The Charnel Expanse” è un lavoro comunque assimilabile perché la tecnica dei singoli non è esasperante e quella generale rappresenta una buona concertazione delle melodie, dove spunti ritmici e del riffing fermentano in una buona esplosione di creatività, restando comunque ancorati alla materia del death metal. “Blighted” addirittura sembra virare verso un blackened di forma scandinava, per quanto concerne il principio e la fine del pezzo, mentre “Decaying Echoes” si apre con una maestosità tanto cara ai Morbid Angel. Il fantasma dei Death più maturi è invece disponibile a più riprese, a dimostrazione che i Zealotry sono abili, ma ancora non del tutto personali per ogni secondo della loro musica. La band con “The Charnel Expanse” è al debut album, mentre in precedenza ha dato prova di se solo con un demo e un singolo. Tuttavia l’insieme sonoro è tecnicamente valido e artisticamente stuzzicante.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10